Histria rappresenta un enorme tesoro storico e artistico della Romania. Le costruzioni, con il loro fascino, hanno il potere di catapultare i visitatori in un’altra epoca storica, con un salto di migliaia di anni.
A prima vista, non diresti che un mucchio di rovine, sia esso organizzato o meno in modo rigoroso, sarebbe un’attrazione turistica. Ma le apparenze sono, nella maggior parte dei casi, fuorvianti. Quindi, vi invito, attraverso questa mia testimonianza, ad andare oltre e scoprire quella che oggi viene chiamata la “Pompei della Romania”, la Pompei dell’Oriente.
La città di Histria si trova a 65 km da Costanza, il vecchio porto Tomis, dove morì in esilio il poeta Ovidio, sulla costa del Mar Nero. La città è stata fondata nella metà del VII secolo a.C. quando l’esercito dei sciiti seguivano i cimmeri verso l’Asia. Il suo nome deriva dall’antico nome del Danubio, Istros. La scoperta di questa Fortezza la dobbiamo all’archeologo francese Ernest Desjardins (1868). Però una ricerca più approfondita dell’antico insediamento iniziò nel 1914 quando Vasile Pârvan scoprì i primi frammenti del muro di fortificazione della città e due porte, ponendo l’antica città, fondata dai coloni greci, sulla mappa archeologica del mondo. Vasile Pârvan fece il primo piano topografico delle rovine dell’antica fortezza e una vera campagna per portare alla luce la più antica città della Romania. Gli scavi hanno offerto un ricco e importante materiale archeologico, la maggior parte esposto nel museo archeologico della fortezza, rivelando, oltre alle mura, una serie di notevoli monumenti risalenti a diversi periodi dell’esistenza della città. È proprio qui che si possono scoprire la fontana sacra e alcune anfore ben conservate, monete, vasellame, frammenti di intonaco con tracce di pigmenti, statue, marmo decorato, il tutto rappresentando la prova imbattibile che una volta esisteva una città fiorente. Un busto del dio Apollo e alcune ossa di delfino, molto probabilmente offerte alla divinità, come dicono gli storici, il tempio di Afrodite, il tempio di Zeus, ti portano in un mondo misterioso. Camminando sui vicoli, ci si mette ad ascoltare quelle mura che sussurrano le parole e la storia di chi ci viveva.
La città ebbe uno sviluppo ininterrotto per 1300 anni, dal periodo Greco fino all’epoca romano- bizantina. Dopo una violenta distruzione verso la fine del sesto secolo a.C. durante il periodo classico, il muro di recinzione dimezza la superficie iniziale della città. L’insediamento, circondato da un forte bastione (solo la parte occidentale della città aveva 10 Torri e due porte), era alimentato con acqua attraverso gli acquedotti lunghi 20 km e aveva le strade pavimentate con pietra. In questo periodo, l’Histria conosce un regime democratico. Qui furono costruiti i templi, i bagni pubblici e gli edifici termali nel periodo in cui Histria divenne una città romana ponendo fine al periodo di autonomia. Si stima che durante gli anni di massimo sviluppo durante il periodo greco, l’Histria avesse 25-30 mila abitanti. Da questo periodo sono anche le prime monete sul territorio romeno chiamate dracma, fatte di argento o bronzo, dopo il modello ateniese dove su un lato compare la figura di un dio, probabilmente Apollo, sull’altro lato, l’emblema della città -l’Aquila di mare e un delfino. Sempre qui si trova anche la Basilica Episcopale, una delle più grande basiliche cristiane della regione risalente al sesto secolo d.C., portata alla luce nel 1969 dall’archeologo Alexandru Suceveanu. Il lavoro di Vasile Pârvan è stato continuato da altri archeologi, rivelando, però, solamente il 10% della città. Dal 2007, Histria è stata inserita nell’elenco del Patrimonio europeo.
Histria, La fortezza bruciata dal sole, è stata trasformata, grazie a Vasile Pârvan, dopo molte campagne di ricerca, fino al 1926 e continuate da altri archeologi fino ad oggi, in una “ Pompei della Romania”, un luogo dal fascino immortale, che vi invito a visitare.
Alina Monica Turlea