Cristian Muntean è il nome con quale si firma Ştefan-Cristian Muntean, nato il 18 dicembre 1971, Brasov. Poeta e saggista. Laureato presso la Facoltà di Teologia di Oradea, dottore in teologia della stessa facoltà. Sacerdote della Chiesa dell’Assunzione a Braşov ed ex direttore del Seminario Teologico “Dumitru Stăniloae” a Braşov. Dal 2013 è membro della sezione di Braşov dell’Unione degli scrittori rumeni. Ha collaborato con le riviste Aurora, Familia, Diritto rumeno, Rinascimento, Pensiero, Rivista teologica, Telegrafo rumeno, Ortodossia, Voce della Chiesa, Chiesa ortodossa rumena, Lumina, Calligraf, Movimento Letterario. Debutto assoluto nel 1991 in diritto rumeno. Esordio editoriale nel 2003 con il volume di poesie “Singurătățile dorului”, Casa editrice universitaria “Transilvania” di Braşov. Poesie tradotte in spagnolo, nel volume bilingue Silencios Fructuosos, editato da Cultiva Libros. Premio della sezione di Braşov dell’Unione degli scrittori rumeni per il volume di poesie “ Nostalgii” (2013).
Versi: Solitudini del desiderio(2003), Silenzi fecondi ( 2005), Immortale mattine (2008), Silencios Fructuosos (2010), Cittadella della mia anima( 2011), Nostalgie, antologia dell’autore (2013), Segnalibri (2015).
Saggi: Gerusalemme, storia ed escatologia (2005, 2010), Significati ortodossi (2010), Vescovo Dr. Vasile Coman, Argomenti di lettura (2013), Confessione e dialogo (2015), I significati del vangelo (2016)
Edizioni di testo: Vescovo Vasile Coman, Preghiere per le autorità statali nel culto cristiano (2007), Vescovo Vasile Coman, La voce della fede, discorsi apoteotichi per rafforzare la fede in Dio (2011), Rispecchiamento in acquerello (2019).
Attico
il soffitto dell’infanzia ha preso vita
di notte
cherubini con gli occhi a cipolla
furono lasciati appesi alla finestra dell’infanzia
testimoni silenziosi delle notti bianche
che contavano i giorni
il sole nascente dopo ogni nevicata
vegliando la mattinata dei ricordi…
desideri crudeli nelle tarde sere
la neve sui tetti diventerà rubiconda
guancia da principessa
che lo accarezzi con le ciglia.
Posto
la casa che mi ha raccontato il ricordo
è diventata una poesia
finestre – occhi che ridono al sole – sto guardando
il mare in verde crudo.
torno dalla strada in un bacio estivo
gioito di panorama riposata
nel corpo delle parole sussurrate
di tanto in tanto
I tristezi di Ovidio
la vita non mostrava segni di risveglio dal
labirinto
manteneva una sobrietà senza
Stagioni
Porta
se entri attraverso questa Porta, non lo
saprai dove arivi
la stagione è del passaggio alla luce
i colori mi accecano nel loro contorno tramite
tanto verde che ricompone il giardino
sciarpa allungata dal tempo
nel sogno non sai mai dove si trova lei
in realtà… inizio a ripulire i miei strumenti in
giardino delle parole per sopravvivere
il poeta delle fragili primule non ha più paura di
soglia della Porta
Tramonto
il giorno brillò per incontrare nuovamente la notte, e
la barca stava seguendo il suo viaggio di vita straniera del
sapore della terra
il giorno sembra più lungo di qualunque fine
e il marinaio che fino ad ieri dava la notizia della morte
stava guardando la luce del tramonto
l’unica realtà da vivere.
Terrazza
da quel terrazzo improvvisato che ho
scrutato l’orizzonte delle lunghe giornate estive
parlando di piccole cose di vita di
luoghi famosi e delle persone
il giorno immortale aspettava vegliando
dalla finestra sventolò un fazzoletto d’addio
Ho vissuto in molte case
nessuna non teneva il ricordo
di tanti volti e voci
che ruotano all’infinito nel tempo
non da me scelto
Devo imparare come passare inascoltato
attraverso grandi provocazioni
Barca
segretamente gemano i venti
la barca ha respinto il mare
squarciando la quiete del cielo
come uno sperone solitario
non soffiava alcuna brezza
tempo si riposa in attesa di un
nuovo giorno come una carovana nel deserto
cercando l’alba
è l’opprimente ora di tramonto dentato
nelle anime solitare
mi manca l’alba con il ricordo
delle anime morte
Torre
mi sono innamorato di questo torre
da tanto tempo l’ho sempre guardato
da tutte le parti come un fratello maggiore
ciò che mi orientava i punti cardinali della vita
che mi diceva nel cuore della notte
i sussurri del giorno
sforzati di buttare via la tua maschera mondana
il giorno immortale attende
sentivo ripetere con ogni vita
fu una notte lunga quanto tutte le vite
insieme
(articolo realizzato con il sostegno di Olimpia Dobre Amore, alla quale appartiene la traduzione dei testi dal romeno)
Grazie infinite per la Sua collaborazione, a signor Valeriu Barbu, nella pubblicazione delle poesie del prete ortodosso Cristian Muntean.