Romeni nella ricerca legittima della propria spiritualità – 31 agosto si celebra la Giornata della Lingua Romena

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PARLATE, SCRIVETE IN ROMENO …PER DIO!

Il 31 agosto si celebra la Giornata della Lingua Romena con l’approvazione della legge 53/2013. La ratio della legge sta nel”l’importanza della lingua rumena che non deve essere messa da parte dalle tendenze della globalizzazione, inquanto essa è il fondamento dell’identità nazionale, un punto essenziale nella costruzione di una società forte e unita“.

Il periodo storico che ha segnato la cultura romena di più è stato tra gli anni 1830-1860, detta anche il periodo “pașoptista”, provocando un processo di rapida modernizzazione della società, influenzata da modelli culturali occidentali portati dai giovani romeni che avevano compiuto gli studi in altri paesi.

Tra questi fanno parte: Negruzzi Constantin Vasile Alecsandri, Alecu Russo, Mihail Kogalniceanu, Nicolae Balcescu, Demetrio Bolintineanu, ma il personaggio più importante nel processo di modernizzare culturale è cosiderato Timotei Cipariu.
Nato nel 1805 a Panada, era uno studioso romeno di Transilvania, rivoluzionario, politico, clerico greco cattolico, membro fondatore della Società Letteraria rumena diventata dopo l’Accademia di Romania,  il primo vice presidente e poi presidente dell’Associazione della Transilvania per la Cultura rumena,  linguista e poliglotta, storico, teologo, educatore e orientalista, padre della filologia rumena.

Ha fondato e guidato vari periodici, tra cui:  il primo giornale romeno scritto con l’alfabeto latino, l’archivio per la filologia e la storia tra il 1867 e il 1870 e nel 1872 – la prima rivista  di Filologia rumena. Attivista romeno in Transilvania è stato uno dei dieci segretari dell’Assemblea nazionale di Blaj nel 1848 e successivamente membro della delegazione inviata alla corte imperiale di Vienna per presentare le rivendicazioni romene, del Comitato Nazionale rumeno a Sibiu e nel 1863-1864 componente della Dieta a Sibiu.

Un secondo esponente  che ha dato un contributo alla  letteratura romena è stato Gheorghe Sion, archivista, scrittore, drammaturgo, traduttore e poeta. Egli ha partecipato alla riunione sul campo della Libertà a Blaj nel 1848, dopo di che trovatosi di nuovo ad Iasi, ha preso parte al movimento sindacale che ha portato alla unificazione dei principati del 1859.

Ha fondato la rivista Carpazi, ha scritto favole, poesie, opere teatrali, memorie, romanzi, sempre temi patriottismo, il rifiuto di oppressione, la venalità satirica e l’abuso. La poesia più importante è “Lingua rumena” rimasta fino a oggi  un simbolo della sua creatività letteraria.
Nel 1888 a Căinari- Bessarabia è nato Alexei Mateevici. Nel 1908 ha fondato il circolo “Il Risveglio”, finalizzato a risvegliare la coscienza nazionale, la lotta per l’emancipazione e l’unificazione con la Romania. Dalle dolorose trincee della Prima Guerra Mondiale, scrive la poesia “La nostra lingua” con  dei versi  rimasti nel cuore  del popolo rumeno. Questi testi melodiosi sono diventati nel 1994 l’inno di stato della Repubblica di Moldova.

Grigore Vieru grande poeta della fratellanza, rumeno-moldava,  esprime la bellezza della felicità e del dolore nella lingua madre con la poesia “Nella nostra lingua” rimasta come testamento.
Non dobbiamo dimenticare il poeta Adrian Paunescu che termina il suo discorso davanti all’Accademia moldava nel 2010 con dei versi  nei qualli prova a scusarsi attraverso una poesia dal titolo “Perdonami Lingua Rumena”.
Romeni in Alba Iulia, Chisinau, Baia Mare, Timisoara, Chernivtsi, Craiova, Orhei, Cluj-Napoca, Ploiesti, Mures, Constanta, Iasi, Suceava si capiscono nella stessa lingua,  con le stesse antiche usanze e tradizioni dai  tempi più antichi.

Oggi, nel 2018, a 100 anni dalla nascita del nostro paese unito, siamo unici al mondo perche tutti i romeni parlano la stessa lingua. Oggi, nel 2018, a 159 anni dopo la Prima Unione, purtroppo troviamo differenze tra la diaspora, e quelli che vivono nel paese.

La diaspora non può per diversi motivi parlare la sua lingua e quando torna a casa non se la ricorda e viene trattata da straniera. Nel 2018, a 29 anni dopo la rivoluzione di dicembre in cui ci siamo resi protagonisti di un sogno democratico e  occidentale, ci troviamo  nella ricerca legittima della spiritualità  nel mondo, per preservare l’integrità della culturale nazionale, volendo mantenere una dignità rumena – ovunque noi sia – e continuare a sognare e pensare in rumeno se sarà posibile.


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