Gheorghe Cartan – conosciuto anche come Badea Cartan, nacque nel 24 gennaio 1849, a Cârţişoara, e morì nel 7 agosto 1911 ed è stato un romeno che ha combattuto per l’indipendenza dei romeni in Transilvania, distribuendo libri romeni portati clandestinamente dalla Romania sud carpatica.
Ha viaggiato a piedi a Roma per vedere con i suoi occhi Colonna Traiana e altre testimonianze riguardando l’origine latina del popolo romeno. Nel 1877 aderì volontariamente alla guerra d’indipendenza della Romania.
“Museo Etnografico e memoriale Badea Cartan” di Cârţişoara detiene oggetti che erano appartenuti all’eroe. In Bistrita è la sua statua. Badea Cartan aveva sempre con sé una mazza da pastore da 70 cm.
Badea Cartan, un contadino di Cârţişoara (Sibiu) – Questo semplice pastore rimase nella storia della Romania come un combattente per l’unione dei romeni della Transilvania (che si trovavono sotto il Regno austro-ungarico), con la Romania, dedicando la sua vita fino alla fine. Tomba di Gheorghe Cârţan si trova a Sinaia
In un’epoca in cui i romeni della Transilvania appartenevano al regno austro-ungarico e non avevano diritti, Badea Cartan ha usato l’arma più efficace: il libro. Badea Cartan, che con passione amava i libri, per di più i libri di storia romena, ed è passato per trenta anni, per lo più, attraversando le montagne e portando in Transilvania con il sacco sulla schiena, centinaia di libri romeni.
Raggiunto più volte a Bucarest, ha incontrato diverse persone di cultura, che l’hanno insegnato la storia e soprattutto un’idea di romanità. Volendo vedere con i propri occhi i momenti che sono stati testimoni della storia del popolo romeno, Badea Cartan è deciso di andare a piedi a Roma. Arrivato lì, Badea Cârţan andò prima alla Colonna di Traian.
Com’era da solo e un nessuno, come si aveva fatto sera, stava seduto sul marciapiede e giaceva ai piedi della Colonna.
La mattina seguente, i passanti, poliziotti, giornalisti, hanno avuto una rivelazione: un contadino ai piedi della Colonna Traiana.
Stampa di Roma di quelli tempi hanno scritto il giorno dopo: “Un daco è caduto dalla Colonna: con i capelli, camicia e il cappuccio, posate e sandali proprio come I daci scolpiti sulla colonna.”
Badea Cartan è stato reso pubblico con delle foto ed è stato molto intervistato. Al epoca Cartan fece scalpore a Roma ed è stato invitato dai politici, uomini di cultura e giornalisti, più importanti di Italia, è stato accolto con simpatia e amicizia.
Durante la sua vita ha viaggiato attraverso l’Ungheria, Austria, Italia, Svizzera, Egitto, Germania, Gerusalemme e molti luoghi in tutto il suo paese.
Se altri illustri viaggiatori hanno dedicato la loro vita alle spedizioni con desiderio di scoprire nuovi territori o per arricchirsi, Badea Cartan si è recato a vedere i suoi antenati per amore della storia.
Badea Cartan era conosciuto, amato, dai famosi uomini politici, di cultura, ambienti patriottici.
Badea Cartan tornava alle sue pecore dopo ogni avventura. Ma, un’altra idea non gli dà pace: vuole fare libraio. Libri romeni, evidentemente. Non è riuscito ad ottenere la prima volta che ha chiesto l’autorizzazione.
Perché il nostro uomo stava dicendo tutto quello che aveva sul cuore, perciò, I decidenti austro-ungarici, e gli emissari non erano d’accordo con il suo attivismo. Prendi nella località Vat, dove fu imprigionato Ioan Slavici, un grande scrittore romeno, e poi a Szeged, dove stavano in carcere i memorandisti da Cluj.
E su tutti i suoi sentimenti mette i versi sul foglio. Nel 1895, ha chiesto di nuovo il permesso di commercio. Questa volta è stato arrestato.
Nel 1911, a 62 anni, Badea Cartan morì senza mai arrivare a vedere il giorno della riunificazione di tutti i rumeni, che arrivò nel 1918.
Fu sepolto nel cimitero di Sinaia e sulla sua lapide le ultime parole: “Badea Cartan dorme qui sognando l’unione del suo popolo“. Bibliografia: wikipedia.ro