L’Artista Daniela Struna si racconta in un incontro personale per un cambio di idee.
“Sepellitemi vicino all’ippodromo così che possa sentire l’ebrezza della volata finale” ha detto Charles Bukowski, inizia la nostra artista il suo racconto, mentre continuo a registrare le sue parole per trascrivere.
“Ogni persona è il risultato di una stratificazione infinita di informazione. Ritornare nel passato dell’antica Europa significa scoprire una parte sconosciuta del nostro essere, rinascere, arricchire la propria cultura, creare il legame con gli antenati.
Uno studio sulla Memoria ed il riemergere dei vecchi miti è necessario, soprattutto in questo mondo sradicato, perso nell’ombra della tecnologia.
L’interesse per le civiltà passate si è manifestato molti anni fa, con la scoperta dei segni e simboli misteriosi e forti sugli reperti archeologici esistenti nell’area del mediterraneo: spirali, croci, cerchi, meandri, svastiche, occhi, la barca solare, la quadriga etc.
Utilizzati spesso nelle mie rappresentazioni artistiche, gli ideogrammi della “Vecchia Europa”- cosi come la chiamava Marija Ghimbutas – mantengono il loro significato profondo, sacro, evocativo.
Per i “popoli del mare” il cavallo ha avuto un legame speciale e fortissimo con l’uomo. Era il simbolo del sole, del scorrere del tempo, della ciclicità, dei quattro elementi.
Nelle mie opere il cavallo rappresenta le civiltà passate, per la sua grazia, potenza, eleganza, bellezza.
L’unicorno è il mio modo di raccontare la storia. Simbolo del cavallo celeste, l’unicorno è un sorgente di rivelazione.
Come essere divino è associato alla dolcezza, alla temperezza, al potere congiunto alla rinascita. Questo fantastico animale è la metafora di ciò che le persone cercano oggi: la verità, i vecchi valori, le radici.
Recuperarlo significa ritornare alle tradizioni ancestrali, il recupero della memoria. Una creatura stravagante e favolosa: la sua storia assomiglia ai frammenti di memoria che hanno vinto il tempo.
La cromatica dei miei lavori si avvicina ai colori delle pietre, dai vasi, dei frammenti di memmoria che popolano i musei. Sfumatture di griggio, nero, bianco, rosso -simbolo del sole, dello spirito, del sangue, tracce di oro -simbolo della richezza ma anche della luce trascedentale.
I cavalli solari della chiesa di San Marco a Venezia sono il modello della rappresentazione delle mie licorne. Le mie opere rappresentano un omaggio per i frammenti di memoria che ci ricordano da dove veniamo e chi siamo: un motivo per rinascere migliori.”
Daniela Struna è una giovane pittrice rumena di grande talento con un futuro che promette, con grandi idee da trasporre sulla tela e progetti per organizzare mostre personali o con altri artisti, interessata anche di collaborazioni con altri artisti.
Articolo di Lidia Popa per Rivista letteraria Lido dell’anima