Quindici anni fa, ottenuta la mia laurea in Fisica dopo anni faticosi trascorsi sui libri, mi trovai di fronte ad una scelta. Ogni giorno affrontiamo decisioni di ogni tipo, alcune hanno una ricaduta immediata, altre invece diventeranno scelte strategiche, ma nessuno è lì a dirci quali sono le une e quali sono le altre.
Allora potei scegliere, tra una ragazza italiana e una ragazza rumena, tra un lavoro in Italia e un’esperienza internazionale nel campo della fisica ottica e della microscopia. E scelsi quella che sembrava la scelta meno semplice, meno razionale (beh, chi mi conosce sa cosa scelsi…).
In Germania, in pochissimi giorni, riuscii a costruire la mia comunità, che era al tempo stesso una selezione di amici fidati, da ogni parte d’Europa, e contemporaneamente una società di mutuo soccorso. Parlo di questa comunità nell’introduzione al libro in prossima uscita con Flaccovio Editore: “Abbiamo fatto rete! Come creare modelli di business sostenibili attraverso reti professionali di successo”.
Una volta tornato a Roma, molti dei vecchi amici si erano dileguati e con Florina al mio fianco abbiamo gradualmente ricostruito una comunità di riferimento, in cui essere accolti, in cui raccontare le nostre idee, condividere i nostri progetti. Ho identificato alcuni elementi chiave per poter essere comunità:
- la scelta, di cui abbiamo parlato,
- il viaggio, la disponibilità ad essere pronto a spostarsi,
- il cambiamento, la propensione ad accogliere situazioni e persone sempre nuove,
- la qualità dei rapporti umani e la costante ricerca di persone di cui fidarsi,
- la condivisione di valori comuni.
Sulla base di questi elementi, sono entrato in contatto con le associazioni rumene in Italia, e sono fiero di condividere con loro le mie idee e la mia visione del mondo. Sentirsi comunità significa crescere insieme e diventare ogni giorno più forti. Infatti, soltanto attraverso il continuo scambio di esperienze e mettendo da parte interessi personali, si può crescere e si diventare più forti, sicuri sempre di non sentirsi isolati e di poter contare in caso di necessità sulle persone giuste. Fosse anche per una chiacchierata.
(*) Giorgio Modesti è professionista nel settore biomedicale e autore di romanzi e saggi incentrati sul mondo del lavoro